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La Palude di Casalbeltrame, un'oasi dispersa tra le risaie

La linea di verde è l'Oasi di Casalbeltrame. Casalbeltrame (NO) - Agosto.
Nikon D3 ob. Nikon AF-s 24-70/2.8 G.

Piccola guida alla Palude di Casalbeltrame.
Un tempo il territorio che si estendeva tra i fiumi Ticino e Sesia, era un impenetrabile intrico di foresta paludosa. Parlo di un tempo assai remoto, quando probabilmente l'Uro ancora pascolava nelle pianure continentali e, un bel po' più a nord, il Mammuth girava le zolle di tundra. Sì, poi i Romani han disboscato, quindi la foresta è ricresciuta e nel tardo medioevo la sega è tornata a fare spazio. Spazio che oggi è mantenuto perfettamente sgombro dalle livelle a guida laser con cui operosi agricoltori del 21esimo secolo mantengono “in bolla” i campi votati alla coltura del dio Riso. Miracolosamente, per una congiuntura astrale, gli abitanti delle frazioni di Casalino, Casalbeltrame e Biandrate hanno conservato un frammento di quella palude. E' l'oasi di Casalbeltrame, pochi ettari di bosco di ripa attorno ad una pozza d'acqua alimentata dalla linea sorgiva che, qui e là nel territorio circostante, talvolta affiora. Ovviamente c'è una ragione ben precisa che spiega la sopravvivenze di questo pantano boscato. Trattandosi dell'unico specchio d'acqua di dimensione significativa presente in zona, da sempre ha attratto numerosi uccelli di passo e stanziali. Tra questi, le anatre. Devo spiegare quanto sia stata importante la selvaggina, per il suo apporto proteico, nella magra dieta dei contadini della pianura padana? Credo proprio di no.

La palude a fine estate. Casalbeltrame (NO) - Settembre.
Nikon D3 ob. Nikon AF-s 24-70/2.8 G. Gitzo GT3541LS Arca B1.
Germani reali . Casalbeltrame (NO) - Settembre.
Nikon D300 ob Nikon AF-I 300/2.8 ED. Gitzo GT3541 Arca B1.
Germano maschio e Femmina. Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT3541LS Arca B1.

Ebbene, questa pozzanghera verde ha superato il dopoguerra ed è arrivata fino a noi e oggi è area protetta dalla regione Piemonte, che ha eseguito l'esproprio nel '91, un'oasi importantissima per l'avifauna locale e di passo. Infatti la Palude è l'unico ambiente boschivo acquitrinoso presente nel quadrilatero rinchiuso a Sud dal fiume Po, a Est dal sistema Agogna - Terdoppio - Ticino, a Ovest dalla Sesia – Elvo e infine a Nord dall'arco alpino. I migratori che seguono le due aste fluviali del Ticino e della Sesia, prima o poi vi si imbattono e vi trovano il ristoro necessario. Dico questo con ragion di dati, in quanto la Palude è divenuta, da diversi anni, Stazione di Inanellamento. Le informazioni ottenute dalla cattura e dal rilascio dei volatili sono state veramente sorprendenti. Alle migrazioni locali (sono molti i piccoli pennuti che scendono dalle montagne verso il piano per scampare i rigori dell'inverno) si sono registrati i passaggi delle grandi migrazioni, di quelle di specie che qui da noi sono veramente un evento, ma che ancor più affascinano se si pensa che vanno e vengono dal circolo polare artico fino a sud del deserto sahariano.

In concreto: che c'è da vedere?
Qui a Casalbeltrame effettivamente è possibile “vedere” tutti gli Ardeidi italiani, una notevole quantità di rapaci (falco di palude, albanelle, lodolaio, poiana .. il pescatore), qualche rallide come il porciglione, molte specie di anatre, l'immancabile Martin pescatore e tante specie di piccoli uccelli, tanto piccoli quanto elusivi. Ma, se si ha troppa fretta, è anche possibile venir via dopo aver intravisto solo 2 germani a 400 metri. Casalbeltrame non è un Torrile in miniatura o una succursale di Racconigi; no, Casalbeltrame è un laboratorio spontaneo a disposizione dell'avifauna e NON dei desideri fotografici.

Airone Bianco Maggiorea. Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.
Airone cenerino. Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.

Quindi calma, coraggio e intendiamoci: a chi interessa fare delle foto, possibilmente decenti, in questo luogo serve solo un po' di pazienza, una piccola dose di fortuna, non molta lo assicuro, e mantenendo il più religioso silenzio, prima o poi qualcosa accadrà. Fosse solo un bel germano adulto che decide di rassettarsi il piumaggio proprio davanti al nostro teleobiettivo, o una minilepre che, curiosa, ci arriverà alle spalle, qui alla Palude il movimento è garantito. Ovviamente in funzione della stagione, ci saranno più o meno opportunità per scattare. Non solo, durante l'arco della giornata vi sono momenti molto più interessanti di altri. Le ultime ore di luce della giornata, in qualsiasi periodo dell'anno, qui a Casalbeltrame possono essere molto produttive. I cormorani e gli Ibis sacri si radunano sugli alberi dell'isolotto per passare la notte. Così fanno anche gli aironi, che però prima di andare a dormire passano qualche momento, zampe a mollo, acquartierati in gruppo compatto sulle rive dell'isola al centro del laghetto.

Folaga. Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.
Cavalieri d'Italia.Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.
Cavaliere d'Italia juv. Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.
Nutria alla toilette.Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D300 ob. Nikon AF-s 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Arca B1G.
Coniglietto dentro al capanno.Casalbeltrame (NO) - Aprile.
Nikon D700 ob. Nikon AF-s 200-400/4 VR II, Gitzo GT3541LS Arca B1.

Cosa Serve per fare delle foto a Casalbeltrame.
Almeno 300 mm, su formato DX è meglio, e un treppiede. I migliori punti di osservazione sono distribuiti lungo un camminamento continuo posto sul lato Ovest della palude. Consiglio di organizzarsi bene per trasportare l'equipaggiamento: uno zaino è l'ideale, gambe in spalla e via, ci son 250 – 300 metri da percorrere. Purtroppo quello che era nato tre anni fa come Tunnel Fotografico, cioè un lungo capanno coperto e chiuso lungo la sua intera lunghezza, non ha retto bene gli eventi atmosferici, tipicamente le nevicate e il conseguente scioglimento. La struttura è ancora in piedi e in qualche modo è ancora utilizzabile. Qualche fotografo volonteroso ha recentemente aggiunto delle coperture in pvc nero per ridurre la trasparenza delle protezioni in cannuccia, ma nel complesso è utile portarsi appresso qualche telo protettivo e delle mollette per fissarlo ai supporti, in modo da sopperire alle mancanze del nascondiglio fisso. Utilissimo anche un seggiolino. Infine sul lato nord della riserva c'è un ampio bosco di alto fusto, un intrico di rami in cui trovano rifugio picchi, ghiandaie e i piccoli volatili che tanto fanno impazzire qualunque autofocus, oltreché far perdere la pazienza al fotografo. Anche qui un breve appostamento con rete mimetica può regalare simpatiche sorprese.

Il Tunnel Fotografico dopo tre anni di servizio
Tuffetto breackfast.

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