contro- intestazione

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Wildlife Photographer of the Year 2013, Forte di Bard Val D'Aosta

L'austero Forte di Bard è lì da solo, come un ultimo soldato in attesa di un esercito nemico da sconfiggere. Si erge all'ingresso della Valle D'Aosta, ma il lato che appare più austero non è quello rivolto verso il Piemonte, ma verso la valle, verso Aosta. In effetti il forte non è stato eretto per difendere la valle dai piemontesi (!) ma il Piemonte da invasori d'oltralpe. Questa è storia, l'attualità è che oggi il Forte non è più una sede di milizie, bensì una casa per musei, esposizioni e mostre. Una casa d'effetto che non può passare inosservata: bravi Valdostani!

Il Forte di Bard visto dalla Val D'Aosta interna. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D800, ob AF-s 60/2.8 Micro ED.

Tra le tante belle manifestazioni ospitate nelle sale del Forte, ce n'è una che è diventata appuntamento fisso. E' la Wildlife Photographer of the Year, esposizione delle opere vincitrici dell'omonimo concorso, concorso che fu indetto dalla rivista BBC Wildlife per la prima volta negli anni '60 e che oggi è divenuto un appuntamento unico a livello mondiale. Da che questa mostra è ospitata al Forte di Bard per noi è diventata una ricorrenza da non mancare. Che sia in pieno inverno o in primavera, un'oretta di automobile e 8 euro di pedaggio autostradale non sono cose che ci dissuadono dall'essere testimoni di questo evento unico.

Ingresso alla Mostra edizione 2013. Forte di Bard , Val D'Aosta - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon 17-35/2.8 ED.
La coda per la biglietteria, ma vanno tutti a vedere l'altra mostra!. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.

In tutta onestà trascinerei mia moglie anche in uno scantinato di Milano Baggio se questa mostra venisse ospitata lì. Poco importa se è illuminata maluccio o se c'è da fare una coda da 30 minuti per prendere il biglietto, questa mostra per me è "la fotografia" allo stato primordiale, essenziale, naturale. Certo che scegliere il giorno di Pasquetta non è stato un colpo di genio. Come mi ha confermato la signorina al bar del Forte (cappuccio e fetta di torta) se il tempo è brutto tutti i turisti si riversano qui al Forte. E oggi la giornata è proprio bruttarella, grigia e piovosa. Ergo, pienone. E va bè, ci siamo anche noi. 5 euro di biglietto a testa + 1 euro per poter fotografare la mostra. Mi danno una spilletta viola con il logo del forte, ma io credo che sia un gadget. Entriamo alla mostra, scaglionati a gruppi (tanti ne escono tanti ne entrano) e una signorina mi dice che non posso fotografare. Ma come no, ho pagato un euro!! E la spilletta? (mi chiede). Ah ecco lo scopo, altro che gadget! Me la appunto al pile (fa freschetto). Ma non è finita: non posso fotografare le persone a meno che io non sia giornalista con accredito, per via della privacy. Ecco allora mettetemi in galera perché un colpo di fisheye lo voglio prendere tanto da dare, a chi leggerà queste note, l'idea di come a Bard viene ospitato il WPOY e dell'interesse che suscita.

La sala principale della mostra: un corridoio. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D800, ob Nikon AI-s 16/2.8 Fisheye.

Lo spazio è veramente gremito di visitatori. La concomitanza con la mostra di Montserrat (che raccoglie dipinti dal '600 al '900 provenienti dall'abbazia di Montserrat, Barcelona) non giova ad una gradevole visita dell'esposizione di fotografie. La gente si accalca un po' troppo, siamo al limite della fruibilità. In questi casi il popolo italico ben si rappresenta. C'è chi è convinto che il Lamantino sia un pesce e chi legge 'serengeti' e non 'serengheti'. Ci può stare, e comunque sono convinto che anche per chi qui ci si è trovato, perché aspetta il suo turno per Montserrat, male non gli fa di certo. Forse domani si documenterà e resterà basito nello scoprire che il dugongo non ha le branchie, ma è un mammifero come noi.

Una delle magnifiche stampe giganti esposte. Questa in particolare è una libidine per gli occhi. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.
Una delle salette laterali. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.

Difficilmente questa mostra delude. Purtroppo, da abbonato del BBC Wildlife Magazine, mi perdo il 90% delle sorprese in quanto la rivista pubblica le foto vincitrici con largo anticipo rispetto alla mostra italiana. Ma poco male, vederle stampate 80x60 è tutta un'altra cosa. Anche in questa edizione le immagini sono nello standard della manifestazione: sublimi. La giuria, capitanata quest'anno da Jim Brabdenburg (ma che vedeva nelle sue fila anche il nostro Lello Piazza, un peperino) ha scelto come di consueto foto che colpiscono l'immaginario del lettore, che mostrano le meraviglie del mondo in modo originale, mai visto prima. E questo mondo non è necessariamente esotico o irraggiungibile a meno di poter partecipare ad una spedizione della BBC o di NG. La tenerissima immagine del nido di tordi nella carcassa di un'auto arrugginita del norvegese Pal Hermansen della sezione Urban Wildlife o il martino che vola al nido lungo un ruscello dell'inglese Hamilton James, sono immagini del nostro backyard, del nostro mondo quotidiano. Poi ci sono le fantastiche "bottediculo" che la manifestazione ospita sempre, come l'incredibile coccodrillo di Alejandro Prieto colto mentre preda una tartaruga marina sulle spiagge del Corcovado in Costa Rica o il più casalingo scontro tra uno sparviere e una ghiandaia ripreso dal norvegese Pal Hermasen (lo stesso dei tordi: è un diavolo questo qui), sono quelle immagini che ti fanno dire "che fortuna!". Ma la fortuna centra ben poco e se si va a vedere bene questa è tutta gente che può permettersi di dedicare molto, molto tempo alla fotografia della natura. In verità, e questa è secondo me la potenza di questa manifestazione, ci sono casi, nemmno poi troppo rari, di persone che producono immagini eccezionali senza necessariamente disporre del tempo pieno sulla fotografia della natura. E' il colpo d'occhio che viene premiato come nel caso del belga Marc Steichen che immortala i tassi dietro casa sua o del'olandese Theo Bosboom il cui scatto semiacquatico della foresta autunnale del suo paese mi ha veramente ammaliato.

Rimarco con tristezza che anche quest'anno le immagini della sezione foto giornalismo naturale e il protfolio Wildlife (premio Eric Hosking) sono ancora una volta presentate su un unico pannello e riprodotte in tristissimi 20x30. Soprattutto il portfolio del canadese Stefanison meritava degli ingrandimenti a parete (paraculo maledetto: è bella da morire la British Columbiua!).

La saletta che ospita la stampa di Bosboom. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.

Delle foto presentate devo confessare che ce n'è una che stona. Mi pare uno scivolone della giuria, un errore, una svista. Con buona pace per il suo autore Adam Gibbs, ma il suo scatto, un lago alpino americano nelle ultime luci della sera, non mi ispira nulla di particolare. Sicuramente all'interno di un portfolio articolato questa immagine può dire la sua, ma non da sola. Non è un unicum in cui si riesca a raccogliere chissà quale atmosfera. Mi ripeto, più che un "centro" del fotografo mi pare una disattenzione della giuria.

Infine un'osservazione sulla sezione dedicata ai giovani - giovanissimi fotografi. Ricordo che alle elementari la mia maestra mi diede un bel voto per un disegno e aggiunse "e un 7 anche alla mamma!". Ecco, io mi sentii un verme; son passati quasi quarant'anni, ma me lo ricordo ancora. Tornando alla mostra: escludendo il giovane indiano Advaitesha Birla che con la sua Powershot G12 ci ha regalato una vista della sua terra come solo uno che ci vive può fare, gli altri sono tutti, ma tutti, "figli di papà" nel senso fotografico del termine. Ma a chi lo vogliamo raccontare che un ragazzetto di 12 anni usi come strumento di "gioco" (sì perché a quell'età si fa questo, si gioca santiiddio, e meno male) un bel Nikon AF-S 300/2.8 su D700 o D2x ??? Quindi complimenti anche ai papà, che armano i loro figli di cotanta batteria, e qui mi fermo per non essere più cattivo e cioè a dare il premio, ex aequo, anche al così disponibile genitore.

Visitatori. Bard (AO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.


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Il lato Tecnico-Fotografico della faccenda.
Come noto ai più, una caratteristica di questa mostra - manifestazione è quella di riportare per ogni foto i dati di scatto: macchina obiettivo ed esposizione. Fin dai tempi della pellicola questa usanza era di grande aiuto per chi, visitando la mostra, voleva ricostruire l'"how to", il come si fa per ottenere quella foto. Tanto è l'interesse per quest'aspetto tecnico che quelli come me prima leggono i dati di scatto poi risalgono il resto della didascalia, fino al (secondario) nome dell'autore. Questa volta mi è parso che il Brand Nikon fosse prevalente. Strano perché sono vent'anni che Canon la fa da padrone. Allora, rientrato a casa, con il volume Portfolio n°23 alla mano le ho contate.

BBC Wildlife Memorabilia.

Note sul conteggio. Segnalo che nei dati di quest'anno ci sono un paio di refusi. Il primo riguarda l'immagine di un corvo in B/N dichiarato D1x. Con tutta la fantasia che ci posso mettere quel 50x70 NON può venire dalla vecchia 6 MP (l'ho guardato da vicino). Molto più probabile che invece di un 1 ci andasse un 3, e si legge D3x allora le cose vanno a posto. Il secondo è l'obiettivo che Nik Nichols ha usato per ritrarre i leoni sotto la pioggia. Va bene che Nik ha la linea diretta con Canon America, ma pretendiamo che non avremmo registrato dei rumors per un 70-200/2 ?? Ecco, aggiungiamo un .8 e torniamo sulla terra.

Il sorpasso.
I dati delle foto premiate in questa edizione 2013 parlano chiaro: ci sono più foto Nikon che Canon. E' peraltro triste osservare che non ci sono altri Brand. Ai tempi della pellicola la varietà era molta, nei formati e nelle attrezzature di ripresa. Oggi con il digitale il mondo si è diviso in due: Giallo - Rosso. E Nikon per la prima volta la spunta sul rivale di sempre. Andando più nel dettaglio si confermano tendenze note e si rivelano nuove evidenze. Infatti è dagli anni '90 che il fotogiornalismo si è spostato su Canon (i due premi di settore sono di Canon User). Nel mondo della fotografia non professionale (e la fotografia della natura in questo ambito è fortemente popolata) Nikon ha sempre tenuto botta cavalcando il decennio '90 a lei sfavorevole sfruttando il nome di un Brand garanzia di robustezza anche nelle fotocamere di fascia media (Canon qui ha sempre fatto acqua). Oggi la riscossa degli investimenti nel digitale del primo decennio 2010 porta al risultato e Nikon sorpassa Canon.

Nikon batte Canon: forse è la prima volta qui al WPOY.

Quali Fotocamere?
Curiosa invece è la distribuzione dei modelli di fotocamera nell'ambito dello stesso Brand. Nikon si presenta con una variabilità che rispecchia una politica di produzione piuttosto sclerotica. Mi colpisce il dato D300-D300s che dimostra come questa vecchietta tenga testa, nei numeri, alla ultra performante D4. Va segnalato che molte delle riprese D300 (e D7000) si riferiscono a macchine scafandrate per riprese sub (è questo un investimento che fa sì che la macchina resti in servizio per un tempo superiore rispetto al normale), ciò non toglie che siano comunque molte le immagini D300 a dimostrazione che un corpo Dx robusto in questo settore della fotografia è decisamente ricercato.

Distribuzione delle fotocamere nei due Brand.

In casa Canon la distribuzione è più ragionevole e si polarizza sui due modelli 5D MK II e III lasciando un sobbalzo di gaussiana alla 1D MkIV. In altre parole quello che i Nikonisti fanno con le varie D700-D3-D4, i Canonisti lo affrontano con la 5D e in pochi con l'ammiraglia. A riguardo un'osservazione: un solo scatto di 1Dx. E' del già citato Nik Nichols di National Geographic, un fotografo per il quale aggiornare l'equipaggiamento non è un problema, perché materiali e logistica sono fornitura National Geographic...


E quali Obiettivi?
Sulle distribuzione delle ottiche c'è da sbizzarrirci nelle interpretazioni. Qui faccio notare solo un paio di dettagli. Il primo è che in casa Canon c'è da più tempo una scelta più ampia. Certo focali come il 35/1.4 sono più da fotogiornalista che da fotonaturalista ed infatti in questo ambito anche qui al WPOY trovano applicazione (il discorso di cu sopra). Ma in assoluto è la maggiore scelta a giustificare una così ampia distribuzione, ben maggiore di Nikon. In casa Nikon invece vedo conferma del tele più azzeccato da questo costruttore da 10 anni sta parte: lo zoom Nikon 200-400/4. Da utilizzatore di questo zoom per me non è una scoperta, ma come detto, una conferma. Dal confronto con Canon si vede bene come qui sia il 300/2.8 a farne le veci, che invece su Nikon è assolutamente minoritario.

Distribuzione delle ottiche nei due Brand.

Ma il dato più rilevante a mio parere è come la giuria abbia premiato molto le immagini grandangolari o comunque di ambientazione. Sono infatti pochi, in questa mostra, gli scatti eseguiti con super teleobiettivi (oltre 400mm) e anche in questo caso si tratta quasi sempre di riprese d'ambientazione. E' ormai finito, da diversi anni, il tempo dei ritratti stretti stretti sul soggetto selvatico. I lettori cercano l'atmosfera di un luogo o l'azione dei protagonisti più che la descrizione degli stessi, e le giurie lo sanno bene! Ecco quindi che i superwide (su tutti gli zoom rettilineari 16-35 o 17-40) e i tele corti (70-200) la fanno da padrone, relegando i mastodonti 600/4 alla sezione "mosche bianche". Come dire: la fotografia della natura non è più, da un pezzo, appannaggio degli obici da 15cm di diametro!

Curiosità è il Meyer Gorlitz Trioplan usato da entrambe le famiglie di fotografi e il Tokina 10-17/4.5-5.6 Fisheye DX, obiettivo economico utilizzato da tantissimi fotosub, addirittura in abbinamento con il TC14 (mi vien la pelle d'oca). Eppure i risultati sono lì esposti 50x70 e sono notevolissimi! Confesso che mi tenta molto ... 


Ecco anche sta volta il WPOY mi porterà a spender soldi!

Il luogo adatto e un po' di perseveranza.

Tra Aprile e Maggio a me vengono le "paturnie". Il mio umore è quello del recluso che vorrebbe stare altrove ma, giocoforza,  non può, gli è impedito (tocca "laurà"). E' così che, oltre a fare cose strane come saltare nel fiume, nei ritagli di tempo armeggio alla disperata con i teleobiettivi, i grandangoli, i macro per tentare di salvare il salvabile, cioè di registrare quell'attimo di assoluta magnificenza che è il risveglio della natura in primavera. Forse cerco di conservarlo per i mesi secchi, quelli grigi, quelli bui o quelli troppo caldi. In concreto tra Aprile e Maggio sono assalito dalla scimmia della fotografia, in modo massiccio molto di più, insomma, che in altri periodi dell'anno.

Soffione, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 200-400/4 VR II G, Gitzo GT3541LS Arca B1.

C'è un luogo che frequento da quando ho iniziato a fotografare. E' un ritaglio di bosco su per la via Valsesia, prima di Proh. C'è questo posto dicevo dove so che nidificano gli aironi e dove, al suolo, c'è sempre un bel movimento di Fagiani, Coniglietti e Lepri. Nelle tarde ore della giornata, dalle 18.00 alle 21.00, le Lepri usano uscire dal bosco per pascolare su una strada erbosa o nel nuovo (una volta era risaia) prato prospiciente. E allora che aspettare? Rete mimetica, treppiede pesante, il 600/4 e la D3, giacca e pantalone anti acqua e via. Detta così sembra un'attività molto dinamica, in realtà scendo dall'auto, mi travesto da SNIPER (... ma pensa te), striscio per una dozzina di metri accanto al bosco, sotto le belle fronde di quercia dalle giovani foglie color lattuga, fino a raggiungere un cespuglio di more (che non manca di punzecchiarmi) dove mi accuccio, gobbo, in attesa.

Erba alta, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Fagiano, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.

Io vengo qui per vedere (e fotografare) la Lepre. La vorrei inquadrare ancora come riuscii a fare nel 1996. La Lepre non ha una buona vista e non è una bestiola particolarmente furba. Quella volta mi sdraiai a terra, appoggiando il tele (Tamron 400/4 con Nikon FM2n) su un fagotto di tela e scattai finché riuscii a metter a fuoco. Sì perché la Lepre prese a risalire la strada venendomi incontro. Questo animale sa distinguere una sagoma umana, ma questa deve avere una forma ben definita e un uomo sdraiato di certo quella sagoma non ce l'ha. Insomma la Lepre del 1996 mi arrivò così vicino che non riuscii più a focheggiare e la misi in fuga con il clack dell'otturatore. A quasi vent'anni vorrei ripetere un incontro come quello, oggi che non mi devo più preoccupare di mettere a fuoco perché ci pensa mamma Nikon; cribbio adesso chissà che foto può venir fuori!

Lepre, S. Bernardino (NO) - Aprile 1996.
Nikon FM2n, ob. Tamron SP 400/4 LD-IF, soft pouch, Fuji Sensia 100. Exp. 100 ISO 1/250 f/4

Un paio d'ore a fissare uno stradino coperto d'erba, nelle ultime ore della sera, combattendo con la luce sempre più scarsa e con la mia vista sempre meno efficace. Perché lo so che da sotto le robinie fiorite, tra i rovi di spino, ci sono occhietti attenti, pronti a rilevare ogni movimento sospetto, orecchie ritte in ascolto di ogni fruscio. Di solito la prima ora va via così, un'attesa senza speranze di osservare alcun ché. Poi un Fagiano fa capolino, esce sulla strada e, se ho fortuna (no mai), fa il suo bel richiamo battendosi il petto.
Quest'anno c'è una bella famiglia di Nibbi che vola radente le chiome. Sono quattro rapaci molto belli, che però spaventano le Coniglietti. Così è che questi si fanno vedere che è ormai tardi, quasi buio, così scuro che a 6400 ISO per f/4 recupero uno scarso 1/45 s. Il VR del 600 fa il miracolo, ma siamo veramente alla "canna del gas".

Coniglietti, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Exp. 6400 ISO 1/45 f/4, VR ON

Oggi è il giorno Pasqua. Ho lasciato casa alle 18.30 circa, panza piena da fare schifo, la cena la salto molto volentieri. Alle 19.00 sono appostato. Ieri ha piovuto parecchio, ma oggi il cielo ha dato tregua. Tra le nubi un raggio di sole ogni tanto. Aspetto pochi minuti ed ecco la prima Lepre. Due salti e si tuffa nel prato. Sparisce nell'erba alta e ne vedo, lontane, solo la punta delle orecchie. Esce un Fagiano scaltro, ma va nella direzione sbagliata. I Red Kite (Nibbio) volteggiano bassi e spaventano, come da protocollo, le Coniglietti. Dai rovi ne spunta uno, timido timido, ma poi cambia subito idea e torna indietro.

Ecco la prima Lepre che sbuca dal bosco, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Exp. 1600 ISO 1/250 f/4, VR ONa
Lepre sospettosa, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Exp. 1600 ISO 1/250 f/4, VR ON

Butta male anche stasera ed ormai è quasi buio. Giro la rotella degli ISO a 2000, poi 3200 ora siamo a 4000. I tempi di otturazione si stanno allungando troppo: 1/125, 1/90 e infine 1/60. Cade qualche goccia di pioggia, è ora di abbandonare. Ma eccola, un'altra Lepre. Si ferma a brucare sulla strada, voglio aspettare chissà mai ... infatti risale lo stradino, proprio verso di me. Accelera, mi punta. La sua immagine nell'inquadratura cresce sempre di più e l'autofocus la insegue bene, ma 1/60 è mosso assicurato (scatto lo stesso, le butterò via tutte). Continua a correre verso di me, cribbio troppo, fermati dannazione se no non  ci starai più nella foto! Si arresta di colpo, deve aver sentito il clack dell'otturatore, poi riparte. E no! Son quattro giorni che ti aspetto e adesso vuoi rovinarmi tutto?? In questi casi ho imparato a parlare direttamente con gli animali: - Hoi, ferma lì! - Non importa cosa gli si dice, agli animali, l'importante è fare rumore (ma non troppo). Infatti la Lepre si ferma e posso fotografarla BENE. Ma si vede che la mia richiesta non è stata abbastanza incisiva perché, dopo pochi secondi, riparte e si avvicina ancora, del tutto incurante dei clack dell'otturatore. Il 600/4 mette a fuoco fino a 5.5 metri, al di sotto non si fa nulla. Con una Lepre i problemi cominciano sugli 8 metri perché sotto questa distanza si deve scegliere tra tagliare le orecchie o le zampette, c'è poco da fare, e non si può ri-orientare la fotocamera per l'inquadratura in verticale, il movimento del braccio sarebbe visto e addio!

Lepre in avvicinamento, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.

La Lepre taglia di lato, per seguirla e tenerla nell'inquadro mi giro, mi piego, mi contorco tutto. La schiena fa male, un male cane, e le gambe sono dure come legna; la Lepre finisce per accorgersi di me. A circa sei metri deve aver percepito il movimento del teleobiettivo, dell'occhio di vetro di 15 cm, che la sta spiando, così gira sulle zampette e parte a razzo, come è uso per la sua specie.

Lepre troppo vicina, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Exp. 4000 ISO 1/60 f/4, VR ON

Grande! Ce l'ho, ho una Lepre ripresa da vicino come 18 anni fa. Allora mi erano bastati 100 ISO e 1/250 di secondo. Oggi ho dovuto ricorrere a 4000 ISO e 1/60, al VR e all'autofocus piezoelettrico, quanta tecnologia in più. Non ho tempo di pensarci sopra perché le nuvole non tengono più e comincia a piovere a dirotto. Macchina e Tele sono ben protetti dal mio personalissimo Rain Cover in Cordura e neoprene e quindi non temono alcun scroscio di pioggia (tiè!), io invece mi bagno: via di corsa.

Piove, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 24-70/2.8 G, Car Window.

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La linea delle Alpi al termine di una giornata soleggiata, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.
Tronco rinsecchito di Quercia, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 200-400/4 VR G, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC74BNS.

E questo ramo che mi rappresenta?
E' una quercia morta, seccata e scorticata dagli agenti atmosferici, trapanata dai rodilegno e (ovviamente) crivellata dai picchi. Ecco per l'appunto: come sarebbe bello vedere, che so, un bel picchio verde martellare quel legno nella luce calda della sera. Basta puntare il tele in quella direzione, camuffarsi ben bene e aspettare. In altri termini una nuova sfida mi aspetta, e questa mi sa che sarà un bel po' più dura.


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Photo Notes
Dunque dunque, io sono un vecchio* fotografo (* oramai dopo una certa frequenza il titolo è obbligatorio e poi l'anagrafe non mente). Per quanto mi sia rapidamente abituato al mondo digitale, il mio approccio alla fotografia non può prescindere dalle vecchie abitudini strettamente legate all'uso della pellicola. Quindi foto come quella che segue sono certamente destinate al cestino.

Paint in Black.

Forse è meglio dire "erano" perché questa volta ho provato a giocare con la rotella "apri le ombre" di Lightroom, e ci sono rimasto secco. Sì perché nella pece NERA della sottoesposizione di 4 stop (ad essere ottimisti) la vecchia Nikon D700 (anche lei ha conquistato il titolo) ha registrato qualcosa, anzi un po' più che qualcosa.

Aprire le ombre, S. Bernardino (NO) - Aprile.
Nikon D700, ob. Nikon AF 28/2.8 D, hands hold.

Ok, questo scatto non è affatto un capolavoro e meriterebbe ugualmente il cestino. Invece lo salverò e lo farò per cacciarmi in testa che certe fotografie ora si possono fare, che le opzioni di ripresa si sono ampliate e che, quindi, è bene non riporre la fotocamera quando la mia esperienza passata mi indicherebbe il contrario. Cribbio.


Un tuffo a primavera.

A metà Marzo, durante uno dei miei giretti al Parco delle Lame del Sesia, ho avuto la fortuna di imbattermi in questa carpa, molto confidente, nell'acqua bassa della Lama Grande di San Nazzaro. Mi son bastati gli stivali per scattare due foto a questo bel pesce.

Carpa Comune, Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Marzo.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.
Carpa Comune, Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Marzo.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.

Questo incontro non poteva che indurmi a raccogliere tutte le mie carabattole fotosub per tuffarmi nelle fresche acque di questo specchio d'acqua, prima che l'innalzamento delle temperature stagionali faccia scatenare la fioritura algale, e tanti saluti alla visibilità. E sì perché a fotografar sott'acqua, accidenti, serve acqua chiara. Insomma, magari non azzurra, ma chiara (cioè trasparente) sì, perbacco!! Le foto della carpa facevano ben sperare. Del resto tre anni fa, all'inizio di Luglio (!!), qui nella Lama Grande ho trovato delle condizioni veramente ottime (vedi le foto che seguono). Se tanto mi da tanto, ora ad Aprile dovrei trovare le stesse condizioni, se non migliori.

Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Luglio.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.
Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Luglio.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.
Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Luglio.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.
Faceva così caldo che l'umidità si condensava sull'esterno dell'oblò.
 Lama Grande, San Nazzaro Sesia (NO) - Luglio.
Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 in MDX D300+ER40+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS120, TLC 8"Arms.

Eccomi qui allora, prima della metà di Aprile, pronto a saltar nell'acqua (fredda) della Lama. Ho tutto, questa volta non mi manca nulla. Due scafandri Sea&Sea, uno con la Nikon D800 e il grandangolare principe il Nikon AFs17-35/2.8 ED attrezzato con ghiera zoom e il distanziatore adatto (ER40+ER20+Dome 240), l'altro con la Nikon D300 e il Nikon AFs 60/2.8 micro. Doppio flash per entrambe gli scafandri di cui una coppia di potentissimi Sea&Sea YS250. Poi muta stagna con sotto-muta SUPERPIPPO in trapuntone spesso una spanna, senza dimenticare maglia e calzamaglia termiche (son quelle che uso in montagna quando fa -15 °C). Maschera, tubo, pinne, guanti e cappuccio. C'è tutto? No, i PIOMBI Cribbio!! Son rimasti in auto, me ne sono accorto quando ero già mezzo vestito (e chi ha utilizzato già questi "vestimenti" sa cosa significa: #@@@##!!%%!!). Va beh, la disattenzione mi è costata una ventina di minuti di contrattempo, ma per le 13.00 c'ero, pronto al completo, e così combinato sono entrato nelle fresche acque primaverili del bosco fluviale.  

Il punto di approdo - alaggio della Lama Grande. Parco Lame Sesia (NO) - Aprile.
Nikon D700, ob Nikon 28/2.8 AF-D, photomerge di 10 scatti.

Nell'aria fresca di questa solare giornata primaverile ho scelto di utilizzare per prima la fotocamera grandangolare, lasciando le riprese ravvicinate per il secondo turno. Onestamente già dalla riva qualche dubbio mi è venuto. Non è che quell'acqua lì ispirasse tanta "chiarezza", ma magari dentro è un'altra cosa.

Lama Grande di San Nazzaro. San Nazzaro Sesia (NO) - Aprile.
Nikon D300, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.
Lama Grande di San Nazzaro. San Nazzaro Sesia (NO) - Aprile.
Nikon D300, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.
Lama Grande di San Nazzaro. San Nazzaro Sesia (NO) - Aprile.
Nikon D300, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.

E invece NO!! Purtroppo le più pessime ipotesi si sono concretizzate: quest'anno la Lama Grande è una bella tazza di brodaglia grigio verde. Parlo di un metro e mezzo di visibilità, nel senso che in questo raggio si distinguono le sagome, oltre no. Oltre è nebbia, nebbia come quella di Novembre sulla statale Padana Superiore. In effetti quest'anno l'inverno è stato troppo mite, non ha nevicato e non ha fatto che una o due gelate all'inizio della stagione, poi basta. In più in questo inizio di primavera ha piovuto poco e i fiumi sono bassi bassi. Tutti questi fattori hanno avuto buon gioco nel fracassarmi gli zebedei, perché qui, onestamente, non si vedeva niente! Ho nuotato fino a sfiancarmi per due ore e mezza, su e giù in questo specchio d'acqua dalla debole corrente di deriva. Ho nuotato finché i polpacci si sono induriti dai crampi, cercando quelle belle carpe che la scorsa estate (Giugno) venivano a vedermi da vicino. Niente, nulla. E le riprese macro? No no, 60mm sono troppo lunghi per quest'acqua lattiginosa. Un Luccio e una bella Tinca sono stati gli unici residenti che si sono degnati di venire a vedere cosa fosse quel fagotto nero con le pinne gialle che galleggiava goffo tra rami marci e alghe verdi. Incontri brevi, troppo brevi, per realizzare qualche foto degna. Poi la sfiga è sempre in agguato e della Tinca non si vede nemmeno l'occhio: mavaccagare!

Tinca in incognito (per la Privacy). Lama Grande San Nazzaro Sesia (NO) - Aprile.
Nikon D300, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.
Il Luccio più timido che abbia mai incontrato. Lama Grande di San Nazzaro (NO) - Aprile.
Nikon D800, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.

In conclusione, un buco nell'acqua?
No direi proprio di no, queste "attività" sono complicate, c'è da tenere conto di tanti fattori logistici e tecnici, ciascuno dei quali deve essere concatenato con il successivo. Riuscire a gestire tutta la faccenda da solo mi ha dimostrato che "si può fare". La muta stagna ICETECH va che è una bellezza ed effettivamente non avrei mai creduto di poter stare a mollo 2 ore e mezza in un'acqua a circa 7 °C!! Ora non resta che aspettare la stagione buona, l'occasione giusta, che consegni quelle condizioni ottimali adatte per le riprese. E poi ci sono tanti, ma tanti, torrenti e fiumi con l'acqua veramente "chiara" dove immergere me e le fotocamere, attrezzi, questi ultimi, che non smettono mai di stupirmi per le possibilità che offrono. 

Il Prode Anselmo nella brodazza. Lama Grande di San Nazzaro (NO) - Aprile.
Nikon D800, ob Nikon 17-35/2.8 in MDX D800+ER40+ER20+Dome 240,
dual Strobe Sea&Sea YS250, TLC 11"Arms.

Per quest'anno è certo che, a meno di miracoli meteo ambientali, non metterò più la testa sott'acqua nella Lama Grande. Le nutrie possono proseguire a rosicchiare tranquille, non le disturberò più. Per quest'anno.