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Teggiolo, sunny trek

Nel caldo opprimente di questa estate 2015 abbiamo trovato salvezza tra i pini silvestri della foresta di Sotta Fraccia, a Trasquera, ad un passo dal confine elvetico. Come noto, tornare alle origini è spesso la soluzione migliore.

Caprette all'arrembaggio. Alpe Agro fuori, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Origini? Ma sì, in questi boschi di pino silvestre ho trascorso molti giorni d'estate, ho cominciato proprio qui a fotografare nell'Aprile del 1989, con zaino in spalla e fotocamera a tracolla, su queste pigne e sassi di granito ho consumato le suole dei miei primi scarponi. Ritornarci dopo tutti questi anni è stata l'occasione per tornare su vecchi tracciati, rivedere luoghi speciali pieni di ricordi. Ho una diapositiva della bassa valle Divedro ripresa da qui sopra proprio nel momento in cui, minuto più minuto meno, a Capaci il giudice Falcone veniva brutalmente assassinato. Una coincidenza da brividi: io me ne stavo qui, su queste belle montagne, mentre in Sicilia c'erano uomini che cadevano combattendo il crimine più meschino. Ricordi, questo e tanti altri, riaffiorano in questo caldissimo mese d'Agosto, mentre con Laura mi arrampico su per il sentiero che porta all'alpe Agro fuori. In effetti non molti anni fa abbiamo percorso questo tracciato, ma un piovasco improvviso ci ha fermato ai prati di questo alpeggio. Ora invece ci sono le condizioni ottime per proseguire oltre,  per salire lungo il crinale e raggiungere la cima del Teggiolo. Da Fraccia  ai 2385 m del Teggiolo sono oltre mille metri di dislivello. Giunti in cima ci aspetta il dolce pendio del versante settentrionale del Teggiolo, un prato inclinato ai piedi del Monte Leone, poi la discesa verso Bugliaga attraverso il Passo delle Possette

La Pineta di Sotta Fraccia. Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Edicole religiose lungo il sentiero nel bosco, poi l'apertura dell'alpe Agro fuori. Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.
Non mi mollano più? Alpe Agro fuori Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Detto fatto. Da Fraccia, in circa un ora di buon passo, seguendo il sentiero ben marcato che attraversa la pineta, arriviamo ai prati di Agro fuori. Vedo delle capre intorno alla baita più lontana. Anche loro vedono noi ed in pochi minuti siamo circondati dal gregge. Non sono molte, saranno una dozzina, ma sono ovunque: una grufola nello zaino di Laura, una balza sul tavolo davanti a me, un'altra mi tira il laccio di uno scarpone. In ultimo sento qualcosa al gomito, è chiaro sono sudato (fa caldo) e il sudore è salato, ma accidenti le leccate sono troppo. Mangeremo il panino più in là nel bosco a salire, qui non si riesce proprio. Lasciato Agro il sentiero è meno marcato. Del resto è un vecchio sentiero quello che porta, per direttissima, dall'alpe alla cima del Teggiolo e la cartografia recente non lo segnala neppure. Non è difficile perdere la traccia, specialmente nella parte bassa della pista, quindi occhio alle indicazioni in vernice arancione sui massi e tenere la sinistra, fino alla fine del bosco. Quando il bosco si dirada ci si trova su un bel crinale; a sinistra la val Divedro con, sullo sfondo, il Seehorn e il gruppo della Wiessmiess, a destra, giù a picco, la Val Cairasca con il bel massiccio del Diei - Cistella e in testa la conca del Ciamporino.

Finisce il bosco e finisce anche il sentiero ben segnato. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Dalla costa della montagna si domina la Val Cairasca; in bella vista l'alpe Ciamporino. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Gli ultimi 100 metri di dislivello fanno un po' sudare. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D700 ob. Nikon Ais 16/2.8 fisheye, Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

Gli ultimi metri sotto la cima sono un classico dello "speraindio". Perdiamo le tracce trecento volte, per ritrovarle altrettante. Sotto ad enormi massi a pinnacolo scopriamo che tra noi e la vetta c'è un canalone profondo una ventina di metri. Di lì non si passa. Seguo una traccia che mi porta dentro ad una specie di grottone, sbuco dall'altra parte, Laura mi segue con poca convinzione. Non sembra meglio, ma qui trovo le tracce di un passaggio che, perdendo un po' di quota, mi portano alla base dei pinnacoli di granito, girano intorno alle pareti verticali e, su uno stretto passaggio, sbucano sul sentiero per la cima: eccolo finalmente, accidenti, era dal lato della Val Cairasca, sulla sinistra del crinale e non  sul versante dove arrancavamo con fatica. Convinco Laura - non è semplice - a raggiungermi. Il passaggio finale è attrezzato con una robusta catena, comoda e utile per scollinare sulla piattaforma di granito del Teggiolo, a 2386 metri.

Il piccolo rifugio sulla cima del Teggiolo. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Il casottino in pietra, rifugio esposto alle intemperie come un faro ai marosi, è ancora qui in perfetto stato di servizio. E' meno bianco di quanto ricordassi, ma stufa (benedetta fumosa stufa) e tavolacci sono ancora al loro posto.  La targa sopra il trave di ingresso è invece una triste novità. Edoardo Minetti, costruttore del rifugio, è scomparso a Gennaio di quest'anno. Lo avevamo incontrato proprio qui nel Febbraio del 1998. Avevamo bivaccato per una notte e al mattino stavamo preparandoci a ridiscendere quando scorgemmo qualcuno che da Vallè saliva con gli sci. Ci raggiunse rapido, si presentò e ci disse che il bivacco era stata una sua idea e una sua realizzazione, confessandoci una certa soddisfazione nel sapere che qualcuno lo utilizzasse, segno che la sua fatica non era stata inutile. No affatto! Lo ricordo allontanarsi sugli sci, atletico e leggero, scivolare giù per la spalla bianca del Teggiolo verso Nembro. Strani gli incroci della vita. Spero che oggi ci sia un erede alla cura e mantenimento di questo piccolo ricovero, sarebbe un peccato, una perdita nella perdita, per tutti quelli che amano queste montagne.

Dalla vetta del Teggiolo il profilo del Monte Leone, le colonne di granito del passo Cornera sul confine elvetico e i calanchi nel fianco
del Valtendra in Val Cairasca. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
L'altipiano del Teggiolo è da esplorare con attenzione. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
La rupe verticale del Teggiolo delimita la fine dell'altipiano verso la Val Divedro. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
Tra blocchi di quarzite bianchissimi è tutto un fiorire di stelle alpine. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

Il piano del Teggiolo va esplorato con calma. Dalle eruzioni di blocchi di quarzite bianchissima, alla costellazione di stelle alpine che punteggiano questi prati estivi, allungando poi lo sguardo più lontano alle cime circostanti, questo altipiano vale la visita. E magari sorprendersi nello scoprire, nascoste negli anfratti umidi e bui, felci che qui, ad oltre duemila metri, non dovrebbero poter sopravvivere. Penso già a quando potrò tornare su questa piattaforma d'alta quota, magari questo prossimo inverno per spiare la lepre variabile in abito invernale. Beh, vedremo; la strada oramai la conosco.

Si scende, è tardi, in direzione Passo delle Possette. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

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Indicazioni per il Viaggiatore.
Trovare da soggiornare è il primo passo per poter visitare una città, una regione, un luogo. Qui a Sotta Fraccia di Trasquera, nel verde dell'imponente pineta ha (ri)aperto la Locanda della Pineta. Ex centro sportivo polifunzionale (dalla sua costruzione, mai che ricordi d'averlo visto aperto) oggi è un'ottima struttura alberghiera, eccellete punto di partenza per esplorare boschi e valli circostanti. I gestori Giacinto e Marika, con l'inossidabile aiuto della giovane Francesca, sono una famiglia che ha accettato la sfida di rilanciare questo locale in una zona da troppi anni ingiustamente relegata ai margini di qualsiasi flusso turistico che attraversi l'Ossola. Se Trasquera è il balcone della Val Divedro, Fraccia è il terrazzo. Marika e Giacinto lo hanno capito e lo stanno sperimentando. Mi auguro che la loro avventura sia la più lunga possibile e spero di poter essere ancora loro ospite presto, molto presto. Anche perché Marika cucina daddio e questo non è un dettaglio di secondo piano. E no, cavolo!

La Locanda della Pineta e i suoi gestori, Francesca Marika e Giacinto. Sotta Fraccia, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon AF-s 105/2.8 micro VR , handheld.



Note per il naturalista.
Dai finestroni della Locanda sono certo che ad Aprile, con un po' di fortuna, si può osservare l'aquila accompagnare la nuova generazione al primo involo, piuttosto che il planare dell'Astore sopra le chiome degli alberi. Non serve andare nei Grigioni per avvistare squadre di Cince dal ciuffo o il rapido Rampichino alpestre. Nella foresta di Fraccia questi piccoli uccelli sono numerosi insieme alle altre cince, la bigia e la colorata cinciarella. Probabilmente servirà un po' di tempo affinché questi piccoli animali, scoiattoli inclusi, prendano confidenza con l'Albergo e il suo via vai, ma ho potuto constatare che i presupposti ci sono: di cince e fringuelli ce n'è di più vicino alla locanda che nel fitto del bosco. Gli ungulati, cervi e caprioli, frequentano i boschi di Trasquera, così le volpi e le sempre elusive martore. Vederli è un altro paio di maniche. Finché anche qui non comprenderanno che lo schioppo aiuta principalmente l'economia della premiata ditta Fiocchi, sarà dura, molto dura. In altri posti lo hanno compreso e ne beneficiano. Da anni sogno di poter tirare, come un elastico, il confine del parco regionale Veglia Devero fino alla cima del Teggiolo e poi giù verso il basso a difendere quei bellissimi tratti di bosco selvaggio della costa del Cairasca e di qua fino a Fraccia e Bugliaga. Ma si sà, i sogni sono belli perché si fan desiderare.

Il Seehorn la sera dal balcone della nostra camera.

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