contro- intestazione

AVVISO AI NAVIGANTI: GOOGLE IMAGES HA FATTO CASINO CON I LINK ALLE IMMAGINI QUINDI IL BLOG E' STATO SELVAGGIAMENTE PRIVATO DI UNA TONNELLATA DI FOTO. Piano piano risistemerò, ringrazio google del pensiero ma avevo già altro da fare.
Ti piace qualche foto di questo blog? Non rubarla, chiedimela! E se proprio non ce la fai ... vedi di non usarla per lucro! - contact email: vbpress68@gmail.com

Teggiolo, sunny trek

Nel caldo opprimente di questa estate 2015 abbiamo trovato salvezza tra i pini silvestri della foresta di Sotta Fraccia, a Trasquera, ad un passo dal confine elvetico. Come noto, tornare alle origini è spesso la soluzione migliore.

Caprette all'arrembaggio. Alpe Agro fuori, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Origini? Ma sì, in questi boschi di pino silvestre ho trascorso molti giorni d'estate, ho cominciato proprio qui a fotografare nell'Aprile del 1989, con zaino in spalla e fotocamera a tracolla, su queste pigne e sassi di granito ho consumato le suole dei miei primi scarponi. Ritornarci dopo tutti questi anni è stata l'occasione per tornare su vecchi tracciati, rivedere luoghi speciali pieni di ricordi. Ho una diapositiva della bassa valle Divedro ripresa da qui sopra proprio nel momento in cui, minuto più minuto meno, a Capaci il giudice Falcone veniva brutalmente assassinato. Una coincidenza da brividi: io me ne stavo qui, su queste belle montagne, mentre in Sicilia c'erano uomini che cadevano combattendo il crimine più meschino. Ricordi, questo e tanti altri, riaffiorano in questo caldissimo mese d'Agosto, mentre con Laura mi arrampico su per il sentiero che porta all'alpe Agro fuori. In effetti non molti anni fa abbiamo percorso questo tracciato, ma un piovasco improvviso ci ha fermato ai prati di questo alpeggio. Ora invece ci sono le condizioni ottime per proseguire oltre,  per salire lungo il crinale e raggiungere la cima del Teggiolo. Da Fraccia  ai 2385 m del Teggiolo sono oltre mille metri di dislivello. Giunti in cima ci aspetta il dolce pendio del versante settentrionale del Teggiolo, un prato inclinato ai piedi del Monte Leone, poi la discesa verso Bugliaga attraverso il Passo delle Possette

La Pineta di Sotta Fraccia. Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Edicole religiose lungo il sentiero nel bosco, poi l'apertura dell'alpe Agro fuori. Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.
Non mi mollano più? Alpe Agro fuori Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Detto fatto. Da Fraccia, in circa un ora di buon passo, seguendo il sentiero ben marcato che attraversa la pineta, arriviamo ai prati di Agro fuori. Vedo delle capre intorno alla baita più lontana. Anche loro vedono noi ed in pochi minuti siamo circondati dal gregge. Non sono molte, saranno una dozzina, ma sono ovunque: una grufola nello zaino di Laura, una balza sul tavolo davanti a me, un'altra mi tira il laccio di uno scarpone. In ultimo sento qualcosa al gomito, è chiaro sono sudato (fa caldo) e il sudore è salato, ma accidenti le leccate sono troppo. Mangeremo il panino più in là nel bosco a salire, qui non si riesce proprio. Lasciato Agro il sentiero è meno marcato. Del resto è un vecchio sentiero quello che porta, per direttissima, dall'alpe alla cima del Teggiolo e la cartografia recente non lo segnala neppure. Non è difficile perdere la traccia, specialmente nella parte bassa della pista, quindi occhio alle indicazioni in vernice arancione sui massi e tenere la sinistra, fino alla fine del bosco. Quando il bosco si dirada ci si trova su un bel crinale; a sinistra la val Divedro con, sullo sfondo, il Seehorn e il gruppo della Wiessmiess, a destra, giù a picco, la Val Cairasca con il bel massiccio del Diei - Cistella e in testa la conca del Ciamporino.

Finisce il bosco e finisce anche il sentiero ben segnato. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Dalla costa della montagna si domina la Val Cairasca; in bella vista l'alpe Ciamporino. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.
Gli ultimi 100 metri di dislivello fanno un po' sudare. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D700 ob. Nikon Ais 16/2.8 fisheye, Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

Gli ultimi metri sotto la cima sono un classico dello "speraindio". Perdiamo le tracce trecento volte, per ritrovarle altrettante. Sotto ad enormi massi a pinnacolo scopriamo che tra noi e la vetta c'è un canalone profondo una ventina di metri. Di lì non si passa. Seguo una traccia che mi porta dentro ad una specie di grottone, sbuco dall'altra parte, Laura mi segue con poca convinzione. Non sembra meglio, ma qui trovo le tracce di un passaggio che, perdendo un po' di quota, mi portano alla base dei pinnacoli di granito, girano intorno alle pareti verticali e, su uno stretto passaggio, sbucano sul sentiero per la cima: eccolo finalmente, accidenti, era dal lato della Val Cairasca, sulla sinistra del crinale e non  sul versante dove arrancavamo con fatica. Convinco Laura - non è semplice - a raggiungermi. Il passaggio finale è attrezzato con una robusta catena, comoda e utile per scollinare sulla piattaforma di granito del Teggiolo, a 2386 metri.

Il piccolo rifugio sulla cima del Teggiolo. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED handheld.

Il casottino in pietra, rifugio esposto alle intemperie come un faro ai marosi, è ancora qui in perfetto stato di servizio. E' meno bianco di quanto ricordassi, ma stufa (benedetta fumosa stufa) e tavolacci sono ancora al loro posto.  La targa sopra il trave di ingresso è invece una triste novità. Edoardo Minetti, costruttore del rifugio, è scomparso a Gennaio di quest'anno. Lo avevamo incontrato proprio qui nel Febbraio del 1998. Avevamo bivaccato per una notte e al mattino stavamo preparandoci a ridiscendere quando scorgemmo qualcuno che da Vallè saliva con gli sci. Ci raggiunse rapido, si presentò e ci disse che il bivacco era stata una sua idea e una sua realizzazione, confessandoci una certa soddisfazione nel sapere che qualcuno lo utilizzasse, segno che la sua fatica non era stata inutile. No affatto! Lo ricordo allontanarsi sugli sci, atletico e leggero, scivolare giù per la spalla bianca del Teggiolo verso Nembro. Strani gli incroci della vita. Spero che oggi ci sia un erede alla cura e mantenimento di questo piccolo ricovero, sarebbe un peccato, una perdita nella perdita, per tutti quelli che amano queste montagne.

Dalla vetta del Teggiolo il profilo del Monte Leone, le colonne di granito del passo Cornera sul confine elvetico e i calanchi nel fianco
del Valtendra in Val Cairasca. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
L'altipiano del Teggiolo è da esplorare con attenzione. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
La rupe verticale del Teggiolo delimita la fine dell'altipiano verso la Val Divedro. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II, handheld.
Tra blocchi di quarzite bianchissimi è tutto un fiorire di stelle alpine. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

Il piano del Teggiolo va esplorato con calma. Dalle eruzioni di blocchi di quarzite bianchissima, alla costellazione di stelle alpine che punteggiano questi prati estivi, allungando poi lo sguardo più lontano alle cime circostanti, questo altipiano vale la visita. E magari sorprendersi nello scoprire, nascoste negli anfratti umidi e bui, felci che qui, ad oltre duemila metri, non dovrebbero poter sopravvivere. Penso già a quando potrò tornare su questa piattaforma d'alta quota, magari questo prossimo inverno per spiare la lepre variabile in abito invernale. Beh, vedremo; la strada oramai la conosco.

Si scende, è tardi, in direzione Passo delle Possette. Teggiolo, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, handheld.

---------------------------------------------------------------------------


Indicazioni per il Viaggiatore.
Trovare da soggiornare è il primo passo per poter visitare una città, una regione, un luogo. Qui a Sotta Fraccia di Trasquera, nel verde dell'imponente pineta ha (ri)aperto la Locanda della Pineta. Ex centro sportivo polifunzionale (dalla sua costruzione, mai che ricordi d'averlo visto aperto) oggi è un'ottima struttura alberghiera, eccellete punto di partenza per esplorare boschi e valli circostanti. I gestori Giacinto e Marika, con l'inossidabile aiuto della giovane Francesca, sono una famiglia che ha accettato la sfida di rilanciare questo locale in una zona da troppi anni ingiustamente relegata ai margini di qualsiasi flusso turistico che attraversi l'Ossola. Se Trasquera è il balcone della Val Divedro, Fraccia è il terrazzo. Marika e Giacinto lo hanno capito e lo stanno sperimentando. Mi auguro che la loro avventura sia la più lunga possibile e spero di poter essere ancora loro ospite presto, molto presto. Anche perché Marika cucina daddio e questo non è un dettaglio di secondo piano. E no, cavolo!

La Locanda della Pineta e i suoi gestori, Francesca Marika e Giacinto. Sotta Fraccia, Trasquera (VB) - Agosto.
Nikon D800 ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon AF-s 105/2.8 micro VR , handheld.



Note per il naturalista.
Dai finestroni della Locanda sono certo che ad Aprile, con un po' di fortuna, si può osservare l'aquila accompagnare la nuova generazione al primo involo, piuttosto che il planare dell'Astore sopra le chiome degli alberi. Non serve andare nei Grigioni per avvistare squadre di Cince dal ciuffo o il rapido Rampichino alpestre. Nella foresta di Fraccia questi piccoli uccelli sono numerosi insieme alle altre cince, la bigia e la colorata cinciarella. Probabilmente servirà un po' di tempo affinché questi piccoli animali, scoiattoli inclusi, prendano confidenza con l'Albergo e il suo via vai, ma ho potuto constatare che i presupposti ci sono: di cince e fringuelli ce n'è di più vicino alla locanda che nel fitto del bosco. Gli ungulati, cervi e caprioli, frequentano i boschi di Trasquera, così le volpi e le sempre elusive martore. Vederli è un altro paio di maniche. Finché anche qui non comprenderanno che lo schioppo aiuta principalmente l'economia della premiata ditta Fiocchi, sarà dura, molto dura. In altri posti lo hanno compreso e ne beneficiano. Da anni sogno di poter tirare, come un elastico, il confine del parco regionale Veglia Devero fino alla cima del Teggiolo e poi giù verso il basso a difendere quei bellissimi tratti di bosco selvaggio della costa del Cairasca e di qua fino a Fraccia e Bugliaga. Ma si sà, i sogni sono belli perché si fan desiderare.

Il Seehorn la sera dal balcone della nostra camera.

Alpe sVeglia!

Dodici anni, sono dodici anni che non saliamo all'Alpe Veglia. E' passato tanto tempo, era quasi un'abitudine fare una capatina almeno una volta l'anno su nel pianoro ai piedi del Leone, abitudine alla quale abbiamo rinunciato per troppo tempo. Pronti a rimediare, in questa torrida estate 2015, il ritorno è d'obbligo. 

Bentornati Laura e Valerio! Cianciavero, Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.

Nell'altra Torrida estate, quella del 2003 - 12 anni fa appunto - scendavamo dal passo del Valtendra, dopo una notte insonne trascorsa nei prati di Ciamporino e uno svalico "rocambolesco" dalla Sella per l'alta Val Bondolero, fin al passo del Valtendra appunto. Questa volta niente esperimenti, passiamo da San Domenico e sfruttiamo la seggiovia di Ciamporino, quindi il bel sentiero in mezza costa dritto dritto per l'Alpe Veglia. Con questo ottimo proposito, arriviamo a San Domenico, cerco parcheggio ... trovo un cantiere. Cribbio, dove ho imparato a sciare nei '70, dove ho fotografato i cani da slitta nei '90, adesso c'è un autosilo e tre mastabe di cemento armato, 5 piani di tubi Innocenti avvinghiati ad altrettante solette. Sorgerà un hotel di lusso con Spa, 200 posti letto, tanti bei posti di lavoro, tanti bei posti auto: mi si conceda qualche perplessità.
Siamo a metà Agosto alta stagione estiva. In pianura fa caldo da svenire, ma qui a San Domenico non c'è ressa per saltare sui ribaltabili della funicolare. Mi guardo in giro e vedo tanti, ma proprio tanti, scuri chiusi, persiane abbassate. Le seconde case di San Domenico, gli appartamenti nelle palazzine basse, sono a mezzo servizio ("mezzo" ad essere ottimisti). Si sì, qui è pensato tutto nell'ottica dell'inverno, degli sci e della tavola. Va bene ok, io però mi ricordo degli splendidi pomeriggi di Gennaio a giocare a carte al bar perchè fuori la tormenta soffiava così forte da non stare in piedi, e non parlo del piano al Rifugio 2000, parlo della piazzola del parcheggio, parlo della pista baby dove ora sorge il cantiere edile. Tanti tanti auguri.

Qui, in questo punto, ho messo per la prima volta gli sci. Adesso si può ... schettinare. San Domenico di Varzo (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.
Cambiamenti e tracce del passato. Non c'è più la pensione Edelweiss, non c'è più il Leone nella vetrata del bar e non c'è più il larice secolare all'ingresso, ne rimane solo il ciocco della base a raccontarne le dimensioni e qualche vecchio cartello un po' demodè a ricordarci che ci sarebbe anche la Natura tutto intorno. San Domenico di Varzo (VB) - Agosto.  Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.
Seggiovie San Domenico - Ciamporino. San Domenico di Varzo (VB) - Agosto.
Sul sentiero da Ciamporino all'Alpe Veglia. Alta Val Cairasca (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.
Da Milano e dall'Olanda verso l'Alpe Veglia. Alta Val Cairasca (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.
Colpo d'occhio sulla strada impervia che collega l'Alpe Veglia a Nembro attraverso la Gola del Groppallo. Alta Val Cairasca (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.

Saliamo all'Alpe Ciamporino. Da qui a Veglia incontriamo ben pochi escursionisti. Forse è per le nuvole che incappucciano il Leone, forse è perchè è giovedì e di giovedì fan male i talloni... boh, fatto sta che quelle poche anime che incrociamo vengono dall'OLANDA (!). La discesa a Veglia da questo lato della gola del Groppallo è piacevole, veloce oltre che panoramica. Dietro di noi lasciamo Ciamporino con i suoi prati e le sue belle piste da sci , il pizzo Diei, a sinistra il Teggiolo e la roccia impennata del pizzo di Valgrande di Vallè. Davanti compare già la conca dell'Alpe. Nella luce cupa della tipica giornata "sfigata" di mezza estate, Veglia è bello uguale. Anche se il Monte Leone nella magnificenza dei suoi 3553m non si degnerà di tirar fuori la testa dalle nubi, questo luogo non perde, ai nostri occhi, una stilla del fascino tutto particolare che lo contraddistingue.

Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.
Rifugi e alberghi vecchie nuovi. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Nikon D3 ob. Nikon AF-s 105/2.8 Micro, hands hold.
Il Vecchio albergo Monte Leone, semi rinnovato. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.
Il Nuovo Albergo Monte Leone, semi abbandonato. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.

Una gita di un solo giorno a Veglia è poca cosa, lo so bene, in poche ore possiamo giusto bighellonare per la piana. Passiamo davanti al rifugio CAI di Arona, bello affollato come si conviene. Attraversiamo il torrente e scopro una bizzarria. Il vecchio albergo Monte Leone, prima struttura "turistica" di questo Alpe, che vantava quasi duecento anni di attività (a singhiozzo) è ... cambiato. E' stato ristrutturato per metà, l'altra metà è in vendita, così dice il cartello. Va beh, fin qui vien da pensare che son finiti i soldi ecc ecc. Se non che, appena più dietro, ci sarebbe il Nuovo Albergo Monte Leone ed in effetti è ancora lì, ma chiuso, sprangato, e pure in evidente stato di abbandono. Guardo meglio e osservo che la struttura che ricordavo, i locali nei quali vent'anni fa con gli amici ho trascorso serate indimenticabili, sono spariti: non c'è più la veranda! In compenso a destra e a sinistra ci sono strutture recenti, di cui non ho memoria. Sono ampliamenti ben realizzati, edifici solidi costruiti con tutti i crismi. Chiusi, sbarrati. E mi sa che sono in questo stato da parecchio tempo perché i pannelli di compensato e i chiodi di fermo che coprono tutte le finestre, sono ben logori e arrugginiti.
Qui sta succedendo qualcosa: ruderi riattati, edifici nuovi in abbandono, cantieri sospesi. Mi sembrano tutte evidenze di qualche "scaramuccia" di interessi. Spero che le cose possano trovare soluzione anche se non riesco a non pensare che al peggio cioè a edifici abbandonati al declino, divorati dalla neve e dall'acqua come di là del passo del Valtendra se ne può ammirare un fulgido esempio nell'Albergo Cervandone. 

Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.
La lingua del ghiacciaio del Monte Leone, Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 200-400/4 VR II, hands hold.
Un gregge di pecore su per i prati dell'Aurona e offerta casearia di prima qualità dell'azienda De Giuli. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 200-400/4 VR II e Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.

Con un senso di spiacevole imbarazzo lasciamo la piana di Veglia. Fortunatamente incontriamo qualcuno in grado di spazzar via cattivi presagi e pensieri. Una dozzina di mucche, i pastori, un pickup fermo a bordo strada e due gentili signore di Amburgo (!) ci invitano ad assaggiare i loro prodotti caseari freschi freschi appena fatti. Il latte ancora caldo, un primosale spettacolare, una ricotta buona da svenire. L'azienda De Giuli ci tiene, perbacco se ci tiene, a far conoscere il frutto del suo lavoro. Pronti, avete trovato quello giusto:

Azienda Agricola De Giuli
Frazione Bisogno 4 CREVOLADOSSOLA (VB)
e-mail: formaggio.alpeveglia@posteo.eu

Ecco, questo è l'essenza dell'alpeggio, dell'Alpe; è il lavoro antico dell'uomo in equilibrio con la natura libera e selvaggia. Vorrei fermarmi qui più a lungo, vorrei tornare su al Lago Bianco, a cercare le marmotte nei pratoni dell'Aurona, salire sulle pietraie del Mottiscia o perder ore a inseguire un rampichino tra le cortecce dei larici secolari del Pian du Scricc. Ma non si puo', non questa volta almeno. L'Alpe Veglia, malgrado bizzarri malesseri edili, è ancora un'angolo fiabesco delle Alpi Occidentali, e mi auguro che si conservi così com'è per il più lungo tempo possibile.


Un segno di buon auspicio: il ritorno del Picchio Nero firmato nel legno di Larice. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, hands hold.


Cooccodè. Alpe Veglia (VB) - Agosto.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 105/2.8 VR Micro, hands hold.